Nursery gemelle per la biodiversità al Campus Universitario di Bizzozero

L’attuale area occupata dal Campus Bizzozero dell’Università degli Studi dell’Insubria era nota nel passato per essere una zona con una molteplicità di rigagnoli e ristagni d’acqua. Una sorta di oasi ambientale ai margini (allora) della città.

Le aree umide sono infatti elementi di pregio per la conservazione della biodiversità. Svolgono importanti funzioni, troppo spesso trascurate, che garantiscono l’esistenza e la vitalità di questa tipologia di ecosistema. Ad esempio offrono un ambiente sicuro per le fasi giovanili di molti organismi, tra cui gli anfibi. Assumono il ruolo di rifugio temporaneo per un molte specie di uccelli, sia stanziali, che durante le migrazioni, e rappresentano siti attrattivi per molte altre specie faunistiche. Svolgono anche un ruolo di accumulo idrico e quindi di attenuazione, ad esempio durante i periodi di piogge intense, dei fenomeni di deflusso delle acque, garantendo nel contempo una disponibilità idrica nei periodi più aridi.

L’Università degli Studi dell’Insubria ha realizzato alcuni interventi di ripristino ambientale, ricreando nell’area del Campus universitario, due aree umide: una sita in prossimità del Collegio Carlo Cattaneo e l’altra ai confini del Campus, in prossimità di Via Montegeneroso.

Queste aree umide andranno a costituire un nuovo tassello del network funzionale che già vede presenti nella zona le sorgenti diffuse in valle della Chiesa, sempre a Bizzozero, e la piana di Gurone, sede di un’ampia area umida realizzata come compensazione della vasca di laminazione delle piene del Fiume Olona.

Gli interventi, che hanno anche permesso la rimozione della vegetazione alloctona presente, sono stati rivolti anche alla raccolta e canalizzazione delle acque dalle zone prative limitrofe, in modo da consentire il mantenimento naturale delle zone umide. È stata diversificata la profondità dei corpi idrici per consentire lo sviluppo di cinture di vegetazione differenziate e per garantire la presenza di una ampia varietà di gruppi di specie (insetti, rettili, anfibi e uccelli). Particolare attenzione è stata posta alla realizzazione del profilo di scavo in modo da ottenere vaste superfici a bassa profondità ideali per la riproduzione ed utilizzo trofico degli anfibi.

Questi interventi hanno già permesso di ottenere importanti risultati. Infatti, entrambe le zone umide sono state oggetto di una considerevole deposizione di ovature da parte di anfibi (tritone punteggiato, rospo comune, rana dalmatina, raganella). Nell’area ripristinata sono stati osservati anche ricci e salamandre. Sono inoltre diventate aree di frequentazione da parte di molte specie di uccelli, tra le quali, per citare le presenze più particolari: lo sparviere, ben tre specie di picchi (picchio verde, picchio rosso maggiore e picchio rosso minore). Durante la migrazione è stato registrato il passaggio di averla piccola, sterpazzola, migliarino di palude e beccaccia.

Università degli Studi dell’Insubria, Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate – Campus Universitario Bizzozero, Via J.H. Dunant, 3 Varese. Per maggiori informazioni: Adriano Martinoli, Coordinatore Unità di Analisi e Gestione delle Risorse Ambientali – adriano.martinoli@uninsubria.it